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In un articolo a firma su We-Wealth, l’avvocato Edoardo Tamagnone ha spiegato come il frazionamento di un asset in un token digitale permette l’accesso di maggiori investitori ai mercati dei capitali, aumentando esponenzialmente i fondi disponibili per gli investimenti e quali sono le nuove opportunità sui mercati finanziari.
Nata nell’ambito delle criptovalute la nuova finanza decentralizzata (DeFi) si è evoluta fino a diventare uno degli esempi più significativi della tecnologia Dlt (Distributed ledger technology ovvero tecnologia dei registri distribuiti) sui mercati finanziari. Si tratta di una rete decentralizzata senza la presenza di un’autorità centrale a svolgere funzioni di vigilanza ma in cui il registro distribuito garantisce la trasparenza delle transazioni. In questo modo si può realizzare un ecosistema finanziario più efficiente rispetto alle tradizionali tecnologie utilizzate dalle società di servizi finanziari in quanto la blockchain offe maggior trasparenza per tutte le parti coinvolte che condividono la medesima documentazione disponibile su tutti i registri distribuiti della rete. Allo stesso tempo è garantita la tracciabilità di ogni operazione che viene registrata simultaneamente da tutti i nodi della rete e dunque il sistema di controllo condiviso e decentralizzato rende ogni operazione finanziaria più sicura oltre che più veloce rispetto ai tradizionali sistemi oggi utilizzati nei mercati dei capitali.
A un nuovo approdo si è giunti infine con la tokenizzazione degli asset ovvero la conversione dei diritti su un asset in un token digitale. Tale operazione può comportare la rappresentazione digitale di asset fisici su registri distribuiti o l’emissione di asset class tradizionali sotto forma di token. Da ciò si comprende come tale tecnologia non riguarda soltanto le criptovalute ma può comprendere anche asset class tradizionali quali titoli (azioni e obbligazioni), materie prime (ad esempio l’oro) e beni reali (gli immobili). Questa operazione comporterà l’accesso ai mercati dei capitali di maggiori investimenti e di ingenti fondi a livello globale dal momento che la tokenizzazione altro non è che un metodo di frazionamento che permette a più persone di possedere una porzione di un asset che in precedenza sarebbe stato venduto intero e con un valore più alto.
Tra i benefici della tokenizzazione degli asset vi sono dunque numerosi punti di forza quali la disintermediazione dei mercati finanziari, la trasparenza e la velocità delle transazioni, la riduzione delle barriere all’investimento e soprattutto l’aumento della liquidità con un accesso diffuso dei piccoli investitori ad alcune asset class tradizionalmente illiquide, rese più accessibili dalla nuova possibilità di ottenere la proprietà frazionata di un bene. Basti pensare ad asset class come gli immobili di lusso, le materie prime, l’oro e i diamanti, l’arte, gli orologi, le auto da collezione, le valute estere: al posto di possedere un singolo bene l’investitore può acquisire la proprietà di una frazione del portafoglio che detiene questi asset, consentendo a nuovi investitori – grazie alla tokenizzazione degli asset – di accedere al mercato di interesse. Ovviamente anche i venditori dei beni potranno trarre benefici da un mercato più liquido, in cui potranno offrire i propri asset, o parte di essi, a qualunque investitore nel mondo.
Tra i mercati potenziali della transizione digitale spiccano dunque la tokenizzazione delle azioni di aziende quotate in Borsa oppure di quote di imprese private non quotate, l’emissione tramite strumenti digitali di obbligazioni e altri strumenti di debito, la rappresentazione sotto forma di token degli asset collateralizzati messi a garanzia per prestiti finanziari tradizionali. Sotto questo punto di vista la finanza decentralizzata sta attuando una nuova rivoluzione dei mercati finanziari: sempre più operatori, infatti, stanno investendo nel settore della tokenizzazione, a partire dall’emissione di asset digitali, alla costituzione di piattaforme per la negoziazione, alla fornitura di servizi di custodia degli asset digitali che contribuiscono a creare un ecosistema per i cosiddetti security token, che rappresentano le forme digitali di strumenti finanziari, un mercato che secondo il white paper di Assogestioni – “Oltre le criptovalute” – potrebbe superare i 50 miliardi di dollari di capitalizzazione.